Esiste un “mercato delle professioni”?

Quando si parla di mercato del lavoro spesso se ne parla come fosse qualcosa di unico e indistinto: il mercato del lavoro, si dice, è quantomeno nazionale, ovvero, altri dicono, il mercato del lavoro è regionale o locale o rionale. Chiunque si soffermi a pensare al vero significato di quello che legge (o che dice) si renderà conto che tutte queste affermazioni, come tutte le generalizzazioni, hanno poco senso, anche se si usano spesso.

I mercati delle professioni

Per capire meglio cosa è effettivamente un mercato del lavoro, cosa sono i mercati del lavoro, vale la pena di pensarli come mercati delle professioni. Possiamo fare a noi stessi alcune domande rivelatrici, ad esempio: “il mercato degli addetti alle pulizie è una mercato nazionale?” ovvero “esiste per questa professione un livello salariale che rende conveniente ad un addetto alle pulizie cambiare provincia o regione?”. Nell’esempio che abbiano fatto probabilmente la risposta è : no!

Naturalmente per altri settori la risposta può essere invece positiva: ad esempio per professioni ad elevata specializzazione i mercati possono regionali o nazionali. Alcuni mercati regionali sono spesso mercati di valenza nazionale: i meccanici ed i progettisti che si occupano di automobili sportive di fascia molto elevata (le cosiddette “supercars”) hanno in Emilia-Romagna un distretto produttivo (Ferrari, Maserati, Lamborghini, Pagani…) che è allo stesso tempo sia regionale che nazionale (e, probabilmente, globale).

Alcuni mercati delle professioni sono in realtà internazionali: se pensiamo al settore finanziario, al design, alle nuove tecnologie, alla progettazione, molti persone hanno una forte mobilità da un paese all’altro o una mobilità che li vede passare dalla ricerca accademica al lavoro in grandi organizzazioni . Le imprese multinazionali o gli studi professionali che hanno le loro sedi operative in diversi continenti sono i principali clienti di questo mercato del lavoro globale, ma anche l’ambito lavorativo, assieme alle università, che ha formato le principali professioni globali.

Come è fatto un “mercato professionale”

Per capire le principali caratteristiche del mercato di una professione possiamo quindi esaminarne alcuni aspetti:

  • C’è un livello o un differenziale degli stipendi fra aree diverse che rende conveniente spostarsi da un’area all’altra?

  • Quale è la valenza di un mercato locale? Ha una grande concentrazione di professionisti o di imprese di un determinato settore? Ha caratteristiche che lo rendono un polo di attrazione per chi svolge quella professione?

  • Quali sono i livelli di qualificazione richiesti da specifici mercati professionali?

Senza ricadere nelle generalizzazioni che abbiamo deprecato all’inizio, è evidente che c’è un legame fra dimensione dei mercati e qualificazione professionale: per le professioni a bassa qualificazione i mercati sono molteplici e prevalentemente locali; per livelli maggiore di qualificazione i mercati sono meno numerosi e hanno una funzione di attrazione che ha valore regionale, nazionale o, in alcuni casi, globale.

I dati

Nel numero precedente di questa rivista abbiamo parlato delle principali statistiche sulle professioni disponibili in Italia a partire dal sito che ISTAT dedica al tema della classificazione delle professioni (http://cp2011.istat.it/).

Purtroppo i dati disponibili, seppure interessanti, ci dicono poco della domanda di professioni e della loro localizzazione, vale a dire ci dicono poco della dimensione dei mercati professionali.

Occorre una fonte informativa che ci dica quali figure professionali sono richieste dalle imprese e dove sono queste imprese. La domanda è certamente vecchia, ma le nuove tecnologie ci consentono di avere risposte nuove. Le imprese assumono direttamente o tramite intermediari del mercato; in entrambe i casi il canale digitale è sempre più utilizzato per i profili di livello medio alto.

Uno spin-off dell’Università Bicocca di Milano (http://www.wollybi.com/) ha avviato un servizio che indicizza i principali siti italiani di domanda e offerta di lavoro. Gli annunci delle imprese vengono analizzati, riclassificati e vengono estratte le competenze e le abilità richieste effettivamente per un profilo professionale. I dati vengono georeferenziati e resi analizzabili anche in serie storica; in questo modo è possibile studiare come i mercati locali e le professioni evolvono nel tempo.

I dati che sono resi disponili gratuitamente a scopo dimostrativo sono relativi al 2016. Non abbiamo spazio qui per analizzarli tutti, ma un dato vale la pena di citarlo. In una delle sezioni del sito vengono “rappresentati i dati relativi agli annunci di lavoro sul Web ed i dati relativi ai disoccupati (fonte ISTAT) suddivisi per provincia.  I due dati vengono messi in relazione ottenendo un indicatore di mismatch che da una misura del divario tra le posizioni aperte nelle aziende e l’offerta di lavoro dei lavoratori; il divario è una misura delle differenze tra professionalità cercate sul mercato e quelle offerte dai lavorati disoccupati”. L’indicatore, seppure aggregato, ci da una indicazione del grado di attrattivitá di quel mercato del lavoro, regionale o provinciale, e quindi della sua rilevanza. Ad esempio l’indicatore per Milano è 82,4: ci sono 82,4 offerte di lavoro ogni 100 disoccupati. Inevitabilmente se le imprese non trovano figure qualificate cercheranno di attrarre persone da altre province alzando i salari. Questa dinamica spiega molte cose che sembrano apparentemente contraddittorie: a Milano i salari sono più alti, molte persone si spostano a Milano per cercare lavoro, il turnover è elevato e c’è contemporaneamente disoccupazione e domanda inevasa. A Napoli lo stesso indicatore è 3,1, vale a dire ci sono poco più di 3 offerte di lavoro ogni cento disoccupati. In altre regioni e province i valori sono ancora più bassi, i mercati del lavoro sono prevalentemente locali e la domanda di professioni ad elevata qualificazione è bassa o non passa per i canali on-line. In altre parole, il grado di maturità di quei mercati professionali non li rende sufficientemente attrattivi.

Tante professioni, tanti mercati

Possiamo concludere così: i mercati delle professioni sono molteplici, sovrapposti sul territorio e con livelli di domanda e attrattivitá diversi. Le competenze ed i livelli salariali associati alle professioni richieste sono i fattori che delineano la dinamicità e l’attrattivitá di quel mercato, e definiscono il ruolo (dal locale al globale) che quel mercato gioca.