La geografia del lavoro: davvero bisogna spostarsi per svolgere alcune professioni?

La risposta è: si, determinate professioni nelle economie più sviluppate si concentrano sempre di più in alcune aree urbane.

Si tratta in particolare delle professioni di livello più elevato che richiedono una maggiore preparazione (anche scolastica) e che sono spesso meglio pagate.

In questo articolo analizzerò alcuni dati che riguardano la mobilità del lavoro in Lombardia, in modo da documentare, numeri alla mano, quanto livello professionale e mobilità siano correlate fra di loro. Per fare questo useremo i dati delle comunicazioni obbligatorie (COB) del 2017. Le COB sono inviate dai datori di lavoro alle Regioni in via telematica ogni volta che si avvia, si cessa, si proroga o si trasforma un contratto di lavoro. Per ogni nuovo rapporto di lavoro avviato nel 2017 in Lombardia possiamo quindi sapere tre cose importanti per la nostra analisi: dove risiede il lavoratore, dove si trova l’azienda che lo assume e per svolgere quale professione viene assunto.

La classificazione delle professioni e gli skills

Le professioni sono indicate attraverso un codice: se visitate la classificazione ISTAT (la trovate qui: http://professioni.istat.it/sistemainformativoprofessioni/cp2011/) vedrete che le professioni sono organizzate in 8+1 gruppi professionali. Gli 8 gruppi sono in ordine decrescente rispetto allo skill level, vale a dire il livello di istruzione formale necessario allo svolgimento della professione (il nono raggruppa le forze armate, che costituiscono un settore a se stante).

Lo skill level naturalmente non esclude la possibilità di raggiungere le competenze necessarie attraverso apprendimenti non formali ed informali, quindi non c’è necessariamente un legame fra livello formale di istruzione e livello professionale. Va anche detto che gli skill level organizzati secondo il livello di istruzione formale non rendono sempre giustizia a professioni, come alcune professioni artigianali, che richiedono lunghi periodi di formazione sul lavoro e dove pochi possono effettivamente eccellere. Nonostante tutte le limitazioni dell’approccio, la classificazione delle professioni ci consente di fare alcune valutazioni sintetiche.

Ogni gruppo professionale comprende ulteriori sottogruppi a diversi livelli; nel quinto livello sono presenti 800 “unità professionali” alle quali sono riconducibili tutte le professioni (non discutiamo qui se siano comprese proprio tutte!).

Tre livelli per sintetizzare l’analisi

Per sintetizzare al massimo l’analisi e non dovere valutare tutte le 800 unità professionali, è possibile aggregare ulteriormente gli otto gruppi di professioni Istat in tre livelli di skill. Definiamo i tre livelli come segue:

  • high skill level, che comprende i codici:

1 - legislatori, imprenditori e alta dirigenza

2 - professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione

3 - professioni tecniche

  • medium skill level che comprende i codici:

4 - professioni esecutive nel lavoro d’ufficio

5 - professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi

6 - artigiani, operai specializzati e agricoltori

  • low skill level che comprende i codici:

7 - conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli

8 - professioni non qualificate.

La mobilità del lavoro in Lombardia

La tabella riporta i dati degli avviamenti al lavoro in Lombardia nel 2017 per professione, provincia dove si trova il luogo di lavoro e provenienza dei lavoratori. In particolare è evidenziato il numero di lavoratori che proviene da fuori regione per lavorare in Lombardia e nelle singole provincie, sia come valore assoluto che come percentuale sul totale delle persone avviate al lavoro nel 2017.

Avviamenti in Lombardia Professioni High Level Professioni Medium Level Professioni Low Level
Nel 2017 per skill level Totale Di cui: da fuori regione % Totale Di cui: da fuori regione % Totale Di cui: da fuori regione %
Bergamo 31.900 4.020 12,6% 86.903 6.822 7,9% 58.008 4.011 6,9%
Brescia 37.636 5.687 15,1% 117.458 10.462 8,9% 72.185 5.457 7,6%
Como 16.488 1.740 10,6% 47.507 3.416 7,2% 22.282 3.458 15,5%
Cremona 9.813 1.152 11,7% 24.911 1.728 6,9% 22.583 1.593 7,1%
Lecco 10.144 733 7,2% 22.893 1.194 5,2% 13.492 736 5,5%
Lodi 7.381 859 11,6% 18.537 1.675 9,0% 12.148 1.040 8,6%
Mantova 11.570 3.366 29,1% 33.601 9.505 28,3% 27.916 4.996 17,9%
Milano 254.770 87.706 34,4% 404.111 116.336 28,8% 165.118 32.457 19,7%
Monza e della Brianza 32.902 3.742 11,4% 66.994 6.539 9,8% 30.925 3.303 10,7%
Pavia 16.718 2.414 14,4% 40.460 4.053 10,0% 28.652 3.340 11,7%
Sondrio 4.480 611 13,6% 18.918 1.953 10,3% 9.726 651 6,7%
Varese 28.645 3.214 11,2% 68.638 7.233 10,5% 33.366 3.191 9,6%
Lombardia 462.447 115.244 24,9% 950.931 170.916 18,0% 496.401 64.233 12,9%

Naturalmente ci sono province che sono più interessate agli spostamenti per motivi di lavoro di altre, perché confinano con altre regioni e sono in posizioni geografiche e di viabilità per cui è naturale che siano più interessate a fenomeni di pendolarismo dalle province vicine; la provincia di Mantova, ad esempio, si trova incuneata fra l’Emilia-Romagna e il Veneto.

Nella nostra analisi tralasceremo anche il fatto che ci sono anche lavoratori che si spostano dalla Lombardia verso altre regioni; anche includendoli nelle nostre analisi le principali conclusioni non cambiano.

Il 34% dei lavoratori high skill avviati a Milano risiede fuori dalla Lombardia

Il 24,9% dei lavoratori assunti in Lombardia nel gruppo high skill level nel 2017 risiede in altre regioni; la loro quota sale al 34,4% nella Città Metropolitana di Milano. Ogni 4 persone che si spostano a lavorare in Lombardia nel gruppo degli high skill, 3 vanno a lavorare nell’area di Milano.

Se guardiamo i dati del gruppo medium skill notiamo che la percentuale di lavoratori che si sposta da altre regioni è più bassa; si tratta del 18%. La percentuale cala ancora, al 12,9% per i lavoratori nel gruppo low skill level.

Di nuovo osservando i dati della Città Metropolitana di Milano vediamo che le percentuali calano al 28,8% per i medium level e al 19,7% per i low level. Si tratta di percentuali più alte della media regionale, ma questo conferma il fatto che Milano esercita una particolare attrazione per chi vi si sposta a lavorare da altre regioni.

La mobilità cresce al crescere dei livelli professionali

Da questi dati possiamo trarre una conferma: la mobilità per motivi di lavoro cresce al crescere dei livelli professionali, anche se riguarda tutte le fasce di lavoratori. In particolare alcune aree ed alcune città svolgono una funzione di catalizzatore per le professioni di livello più alto attraendo persone non solo dalle province vicine ma anche da altre regioni; fattori come lo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria e la disponibilità di una fitta rete di trasporti pubblici favorisce naturalmente questi fenomeni, che sono però spinti principalmente dalla concentrazione di alcuni settori. Finanza, design, informatica, comunicazione, moda, sanità, ricerca e servizi per il lavoro sono alcuni dei settori che durante la crisi si sono concentrati in determinate aree metropolitane. La concentrazione delle attività offre importanti economie di scala: maggiore disponibilità di competenze per i datori di lavoro, maggiori possibilità di trovare e cambiare lavoro, costruendo un percorso che accresce le competenze e garantisce crescita professionale nel mercato del lavoro e non in una sola azienda.

E la polarizzazione?

Se si analizzano i dati per la Lombardia si nota un altro fenomeno: il gruppo delle professioni low level ed il gruppo delle professioni high level bene o male si equivalgono in termini di avviamenti, mentre le professioni medium level totalizzano circa il 50% del totale degli avviamenti stessi. Sembra che non sia presente un fenomeno, segnalato in molte economie avanzate, di polarizzazione del mercato fra alte e basse professionalità. E’ proprio così? Ma su questo torneremo nei prossimi numeri.